La rateizzazione delle cartelle esattoriali è un’opportunità per i contribuenti di dilazionare il pagamento dei propri debiti fiscali e contributivi. Tuttavia, richiedere la rateizzazione comporta conseguenze legali significative, tra cui l’interruzione dei termini di prescrizione.
Questa importante implicazione è stata chiarita dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 27504 del 23 ottobre 2024, che ha ribadito come la richiesta di dilazione equivalga a un riconoscimento del debito, interrompendo così il termine di prescrizione.
Cosa comporta la richiesta di rateizzazione?
La richiesta di rateizzazione non è solo uno strumento per gestire i debiti in modo più sostenibile, ma rappresenta anche un atto legale rilevante. In particolare:
- la richiesta di rateizzazione implica che il contribuente riconosca l’esistenza e l’importo del debito riportato nelle cartelle esattoriali
- con la richiesta di rateizzazione, il termine di prescrizione del debito si azzera, iniziando a decorrere nuovamente dal momento in cui il contribuente non rispetta una scadenza o dal termine del piano di rateizzazione
Il chiarimento della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso in cui il contribuente sosteneva di non aver ricevuto la notifica delle cartelle esattoriali, contestando quindi la validità degli avvisi di pagamento.
I giudici hanno rigettato il ricorso, stabilendo che:
- la richiesta di rateizzazione dimostra che il contribuente era consapevole del debito e delle cartelle ad esso relative
- non è possibile chiedere una dilazione senza avere preso atto dell’esistenza e dell’importo del debito
- la richiesta di rateizzazione interrompe i termini di prescrizione e preclude la possibilità di contestare eventuali vizi di notifica in un momento successivo
Secondo la Corte, la presentazione della domanda di rateizzazione, seguita anche solo dal pagamento parziale delle rate, è sufficiente per interrompere i termini di prescrizione e consolidare il riconoscimento del debito.
Durata della prescrizione dopo la rateizzazione
Dopo l’interruzione, i termini di prescrizione ripartono da zero e la loro durata dipende dal tipo di debito:
- 5 anni per i debiti tributari come IRPEF, IVA e IMU
- 10 anni per i debiti contributivi verso INPS e INAIL
Se il contribuente non rispetta il piano di rateizzazione, l’Amministrazione può riprendere le azioni di recupero entro i nuovi termini di prescrizione.
Cosa accade in caso di decadenza del piano?
Il mancato pagamento di 5 rate consecutive comporta la decadenza della rateizzazione. In questo caso:
- l’intero importo residuo diventa immediatamente esigibile
- l’Amministrazione può avviare o riprendere le azioni di recupero forzoso, come pignoramenti o ipoteche
Conclusioni
La rateizzazione delle cartelle esattoriali è uno strumento utile per gestire il pagamento dei debiti, ma ha implicazioni legali importanti, come l’interruzione della prescrizione e il riconoscimento del debito.
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