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Certificazione dei corrispettivi nel regime dei minimi
La certificazione dei corrispettivi, ossia lo scontrino, è un argomento molto importante da conoscere.
Ogni volta che un soggetto con partita Iva esercita un’attività aperta al pubblico, deve certificare le vendite in modo semplificato ossia emettendo uno scontrino fiscale.
Ma cosa succede se sei nei regime dei minimi? Devi ugualmente certificare i corrispettivi?
Innanzitutto ricordiamo che le partite Iva esonerate dall’obbligo di rilasciare lo scontrino o la ricevuta fiscale se applicano il regime dei minimi, possono continuare a godere di questo esonero.
Devono però provvedere a certificare gli incassi giornalieri annotandoli in un apposito registro cronologico.(Risoluzione del 23 aprile 2009, n. 108/E).
Alcuni esempi di contribuenti esonerati sono i venditori in spiaggia, i gestori di distributori automatici, i venditori via Internet.
Per tutte le partite Iva che cedono beni in locali aperti al pubblico, che siano nel regime dei minimi o meno, la certificazione dei corrispettivi deve essere contemporanea alla cessione.
Inoltre la cessione, deve essere annotata entro il giorno non festivo successivo nel registro cronologico.
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E’ comunque obbligatorio per tutti i soggetti che emettono scontrini, su richiesta del cliente, emettere la fattura in sostituzione del corrispettivo.
In alcuni esercizi sono appesi cartelli dove si annuncia che la fattura può essere emessa soltanto per importi superiore a 50 €.
In merito ti diciamo che non esistono importi minimi per la fatturazione di cessione di beni e servizi, per cui nè 50,00, nè 100,00 € o altro importo, esiste soltanto il buonsenso.
Ci spieghiamo: il tentativo dell’esercente di non emettere fattura è legato sostanzialmente ad un aggravio di burocrazia e, questo aspetto, effettivamente è reale.
Pertanto, ribadendo l’assenza di un importo minimo ostativo all’emissione della fattura, si consiglia agli acquirenti soggetti Iva la richiesta di fattura soltanto per importi significativi.
Che cos’è il registro dei corrispettivi?
Si tratta di un libro contabile cartaceo, che viene comunemente venduto anche in edicola o cartoleria.
La sua compilazione è molto semplice e intuitiva.
I dati necessari alla compilazione sono:
- Anno fiscale;
- Mese di riferimento;
- Importo totale degli incassi giornalieri.
Nel caso in cui non si venda alcun prodotto o il negozio sia semplicemente chiuso, basterà apporre una barra in corrispondenza del relativo giorno. (ricordati che una tenuta ordinata della contabilità non tollera spazi bianchi.)
La compilazione del registro, deve rispettare la realtà degli incassi giornalieri, in quanto questo libro assume vero e proprio valore fiscale. La mancata annotazione costituisce un’irregolarità sostanziale in quanto non permette la corretta determinazione del tuo volume di affari.
Il registro dei corrispettivi, come tutti gli altri libri contabili, deve essere utilizzato per la dichiarazione dei redditi e conservato per eventuali accertamenti tributari.
Cosa cambia al registratore di cassa dal 1° gennaio 2017
Devi sapere che il D.Lgs. 127/2015 introduce importanti novità in materia di certificazione dei corrispettivi.
A partire dal 1° gennaio 2017, tutti i soggetti che emettono scontrini fiscali possono optare per la memorizzazione elettronica.
Di conseguenza potranno effettuare la trasmissione telematica all’AdE dei dati dei corrispettivi giornalieri delle operazioni effettuate.
Questo sostituirà gli obblighi di certificazione e registrazione delle operazioni.
Certo, hai capito bene, dal 1° gennaio 2017, i soggetti che emettevano gli scontrini fiscali possono evitare sia l’emissione che la registrazione in registri contabili se eseguono la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica.
Se vuoi abbracciare questa facilitazione devi fare due cose.
Chiama subito il tecnico del tuo registratore di cassa per chiedere l’adeguamento tecnologico e poi chiama il tuo commercialista per poter risparmiare in adempimenti tributari.
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