Nel sistema della fatturazione elettronica, uno degli strumenti più importanti per la regolarizzazione di operazioni non documentate correttamente è l’autofattura con codice TD20.
Si tratta di un adempimento fiscale obbligatorio in caso di omessa, irregolare o tardiva emissione della fattura da parte del fornitore, che consente al committente di mettersi in regola con l’IVA e ridurre il rischio di sanzioni.
Con l’aggiornamento delle specifiche tecniche alla versione 1.9 e la pubblicazione della guida 2025 dell’Agenzia delle Entrate (valida dal 1° aprile), sono stati forniti chiarimenti puntuali sulle modalità di compilazione e trasmissione dell’autofattura TD20 e sui relativi codici natura IVA da utilizzare.
Che cos’è il documento TD20 e a cosa serve
Il documento elettronico TD20 è utilizzato per emettere un’autofattura di regolarizzazione o integrazione, ai sensi dell’art. 6, commi 8 e 9-bis del D.Lgs. 471/1997 e dell’art. 46, comma 5 del D.L. 331/1993.
La sua funzione è quella di regolarizzare operazioni IVA in cui il fornitore non abbia emesso la fattura nei termini previsti oppure abbia emesso un documento non conforme.
L’obbligo di regolarizzazione ricade sul committente, che deve trasmettere l’autofattura entro 30 giorni dalla scadenza dei termini originariamente previsti per l’emissione.
Quando è obbligatoria l’autofattura TD20
L’utilizzo del TD20 si rende necessario in diversi casi. In particolare, la guida aggiornata dell’Agenzia delle Entrate evidenzia due situazioni ricorrenti:
- operazioni interne soggette a reverse charge
- se il fornitore omette l’emissione della fattura o la trasmette in modo irregolare, il committente deve:
- emettere un’autofattura TD20 riportando l’imponibile e il codice natura N6.x, in base alla tipologia dell’operazione
- successivamente, emettere un documento TD16 con l’indicazione dell’IVA dovuta.
Operazioni intracomunitarie o da soggetti esteri
Se la fattura per un acquisto UE o per una prestazione di servizi resa da un soggetto comunitario non viene ricevuta entro il secondo mese successivo, o risulta irregolare, il committente deve:
- emettere un documento TD20 con l’imponibile e codice natura N2.1 (beni UE già presenti in Italia) oppure N3.2 (acquisti intracomunitari)
- integrare con un TD17, TD18 o TD19 riportando l’imposta
In entrambe le situazioni, il soggetto che regolarizza deve indicare sé stesso come cessionario/committente (C/C) e il fornitore come cedente/prestatore (C/P).
Come funziona la trasmissione tramite Sistema di Interscambio (SdI)
L’autofattura TD20, come tutte le fatture elettroniche, deve essere redatta in formato XML e trasmessa tramite il Sistema di Interscambio (SdI).
Il SdI verifica:
- la presenza dei dati obbligatori previsti dall’art. 21 del DPR 633/1972
- la correttezza delle partite IVA di fornitore e cliente
- l’indirizzo telematico del destinatario (PEC o codice destinatario)
Se i controlli hanno esito positivo, il documento viene recapitato al destinatario, e il mittente riceve una ricevuta di consegna.
L’autofattura TD20 deve riportare la causale “regolarizzazione” e indicare, nel campo natura, il codice corrispondente all’operazione: N6 per reverse charge, N2.1 o N3.2 per operazioni UE.
Rettifica dell’autofattura TD20
Nel caso in cui siano stati commessi errori nell’autofattura TD20, è possibile effettuare una rettifica trasmettendo al SdI:
- una nuova coppia TD20 + TD16 o TD20 + TD17/TD18/TD19, se si intende modificare sia l’imponibile che l’imposta
- solo il documento TD16, TD17, TD18 o TD19 se si deve correggere esclusivamente l’IVA
Il documento correttivo assume, in questi casi, valenza di nota di variazione IVA, e può riportare importi a segno positivo o negativo a seconda della natura dell’errore.
Sanzioni e ravvedimento operoso
La mancata regolarizzazione con autofattura TD20 può comportare sanzioni amministrative ai sensi del D.Lgs. 471/1997.
Tuttavia, il contribuente può evitare conseguenze più gravi attraverso il ravvedimento operoso, che consente di beneficiare di una riduzione significativa delle sanzioni, proporzionata al ritardo.
Rispettare i termini e le modalità di trasmissione è fondamentale per evitare irregolarità e garantire la corretta deducibilità dell’IVA.
Conclusioni
L’autofattura TD20 è un documento fondamentale per garantire la correttezza degli adempimenti IVA in caso di omissioni o errori da parte del fornitore, sia in ambito nazionale che intracomunitario.
Grazie alle istruzioni aggiornate contenute nella guida 2025 dell’Agenzia delle Entrate, i contribuenti hanno oggi un quadro più chiaro su quando e come emettere correttamente il TD20, quali codici natura utilizzare e come adempiere agli obblighi comunicativi anche connessi all’esterometro.
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