La rendicontazione di sostenibilità è diventata un requisito fondamentale per le aziende che vogliono operare responsabilmente. Con l’entrata in vigore del D. Lgs 125/2024, che recepisce la Direttiva (UE) 2022/2464 (CSRD), le imprese sono ora obbligate a riportare gli impatti ambientali, sociali ed economici lungo tutta la catena del valore, evidenziando anche i rischi e le opportunità legati a ogni fase produttiva e distributiva. In questo articolo esploriamo i requisiti di questo obbligo e le modalità con cui le aziende possono ottemperare a queste nuove norme.
Connettività tra Bilancio e Report di Sostenibilità: Il Nuovo Obbligo per le Imprese
Il D. Lgs 125/2024 introduce l’obbligo di integrare le informazioni di sostenibilità nel bilancio d’esercizio aziendale, unendo così bilancio finanziario e report di sostenibilità. Gli elementi centrali di questa normativa includono:
Connettività tra dati finanziari e sostenibilità: le informazioni sugli impatti devono essere allineate con i bilanci aziendali.
Gestione dei rischi di sostenibilità: le aziende devono implementare sistemi di controllo interni che coprano tutte le fasi della catena del valore.
Questa direttiva si applica principalmente alle grandi imprese e alle società quotate, ma estende indirettamente l’obbligo di rendicontazione anche alle PMI e microimprese coinvolte nelle catene di fornitura di aziende obbligate alla rendicontazione sostenibile.
Definizione di Catena del Valore nella Rendicontazione Sostenibile
Il capitolo 5 dell’ESRS 1 (European Sustainability Reporting Standards) definisce la catena del valore come l’insieme delle attività, risorse e relazioni utilizzate dall’impresa per creare e distribuire prodotti o servizi. Questa catena include:
- Operazioni aziendali interne: come la gestione delle risorse umane.
- Fornitura e distribuzione: materiali, acquisti e distribuzione dei prodotti.
- Contesto normativo e geografico: ambiente in cui l’impresa opera.
Un esempio è la catena del valore di Enel, che copre l’intera filiera produttiva, dalla produzione e distribuzione di energia alla gestione degli impatti lungo il ciclo di vita del prodotto, con un piano integrato di sostenibilità e riciclo.
Informazioni Rilevanti per la Catena del Valore: Materialità degli Impatti
Non tutte le informazioni sulla catena del valore sono significative per la rendicontazione. Le imprese sono tenute a effettuare una valutazione di materialità doppia per distinguere tra:
- Impatti materiali: effetti ambientali e sociali significativi legati alle operazioni aziendali.
- Impatti finanziari: rischi economici derivanti dalla sostenibilità, come interruzioni di forniture.
Per esempio, le imprese nel settore dell’acciaio sono esposte a rischi significativi se i loro fornitori operano in aree con risorse limitate, come l’acqua, che possono minacciare la continuità produttiva.
Mappatura della Catena del Valore per la Gestione di Impatti e Rischi
Per identificare e monitorare i rischi e le opportunità nella catena del valore, le aziende devono effettuare una mappatura completa che comprenda:
- Ubicazione e caratteristiche dei fornitori: inclusi i partner di secondo livello.
- Gestione del ciclo di vita: trattamento e riutilizzo dei beni alla fine del loro ciclo.
- Relazioni finanziarie e commerciali: compresi capitale di rischio e investitori.
Questo processo di mappatura permette alle aziende di stabilire criteri di selezione e qualificazione dei fornitori, come nel caso di Enel, che qualifica i propri fornitori in base a parametri di sostenibilità ambientale e rispetto dei diritti umani.
Raccolta delle Informazioni Lungo la Catena del Valore
La raccolta di informazioni per la rendicontazione può variare a seconda della natura delle relazioni e del controllo esercitato lungo la catena del valore:
- Controllo operativo diretto: quando l’azienda ha un controllo completo sulle operazioni, è più semplice ottenere i dati sugli impatti e sui rischi.
- Relazioni commerciali indirette: in caso di partner esterni senza un controllo diretto, le aziende possono giustificare eventuali mancanze nei dati fornendo spiegazioni degli sforzi compiuti per ottenerli.
Ad esempio, un’azienda di moda globale potrebbe includere nel proprio report le emissioni di gas serra (GHG) dei propri fornitori di tessuti, distinguendo tra dati diretti (per fornitori controllati) e indiretti (per partner indipendenti).
Semplificazioni e Linee Guida per PMI e Microimprese
Per agevolare le aziende nel rispetto della normativa, il comma 4 del D. Lgs 125/2024 introduce una disposizione transitoria per i primi tre anni, consentendo alle aziende di giustificare l’assenza di dati completi senza costi eccessivi. Inoltre, le linee guida dell’EFRAG delineano sette punti chiave per semplificare la rendicontazione sostenibile lungo la catena del valore, tra cui:
- Includere solo le informazioni su impatti, rischi e opportunità rilevanti.
- Utilizzare proxy e dati di settore per stimare le informazioni mancanti.
- Limitare la rendicontazione obbligatoria alle metriche ambientali principali, come le emissioni di GHG e l’impatto sulla biodiversità.
Conclusione
Il D. Lgs 125/2024 rappresenta un passo avanti nella rendicontazione sostenibile, imponendo alle aziende di integrare la sostenibilità nel bilancio finanziario e di monitorare gli impatti lungo l’intera catena del valore. Questo obbligo non solo promuove maggiore responsabilità e trasparenza, ma rafforza anche la competitività, migliorando la resilienza aziendale, l’accesso ai mercati sostenibili e la fiducia degli investitori. Adeguarsi a questa normativa è ormai essenziale per tutte le aziende che intendono crescere in un mercato sempre più attento alla sostenibilità.
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