L’INPS, con la circolare n. 36 del 2025, ha recepito le indicazioni della Corte Costituzionale sulla restituzione parziale della NASpI anticipata nei casi in cui il lavoratore sia costretto a riprendere un impiego subordinato per cause di forza maggiore.
Questa modifica arriva a seguito della sentenza n. 90/2024, con la quale la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 8, comma 4, del d.lgs. n. 22/2015, nella parte in cui prevedeva l’obbligo di restituzione integrale della NASpI anticipata senza considerare le circostanze che impedivano la prosecuzione dell’attività autonoma.
Di seguito analizziamo le nuove regole, le condizioni per la restituzione parziale e le modalità operative per regolarizzare la propria posizione.
NASpI anticipata: come funziona e quando si applica la restituzione
La NASpI anticipata è un’opzione riservata ai lavoratori disoccupati che decidono di avviare un’attività autonoma, un’impresa individuale o associarsi in cooperativa. Invece di percepire l’indennità mensilmente, il lavoratore può riceverne l’intero importo in un’unica soluzione.
Tuttavia, fino alla recente pronuncia della Corte Costituzionale, la normativa imponeva che se il lavoratore tornava a svolgere un’attività subordinata prima della scadenza della NASpI spettante, doveva restituire integralmente l’importo ricevuto.
Con la sentenza n. 90/2024, la Corte ha stabilito che tale obbligo non può essere applicato in modo rigido, soprattutto nei casi in cui la cessazione dell’attività autonoma sia dovuta a eventi imprevedibili e non imputabili al lavoratore.
Sentenza della Corte Costituzionale: cosa cambia?
La Corte Costituzionale è intervenuta sulla questione a seguito del ricorso di un lavoratore che, dopo aver avviato un’attività commerciale con la NASpI anticipata, è stato costretto a chiuderla a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia da COVID-19.
L’INPS gli aveva richiesto la restituzione totale dell’importo (19.796,90 euro), poiché aveva ripreso un impiego subordinato prima della scadenza del periodo di NASpI spettante.
Secondo la Corte, la normativa vigente risultava irragionevole e sproporzionata, in quanto non teneva conto delle reali condizioni del lavoratore. Nello specifico:
- se l’attività è stata effettivamente avviata e proseguita per un periodo significativo, l’incentivo all’autoimprenditorialità ha raggiunto il suo scopo e la sua funzione antielusiva viene meno
- se la cessazione è dovuta a eventi straordinari e imprevedibili, il lavoratore non deve essere obbligato a restituire integralmente l’importo ricevuto
- lavoratori in queste condizioni non dovrebbero essere costretti a rimanere disoccupati per evitare di perdere il beneficio
La Corte ha quindi dichiarato incostituzionale l’obbligo di restituzione totale, limitandolo alla sola quota corrispondente ai mesi di lavoro subordinato svolti prima della scadenza della NASpI anticipata.
Nuove istruzioni INPS per la restituzione parziale della NASpI anticipata
A seguito della sentenza, l’INPS ha aggiornato le proprie procedure con la circolare n. 36/2025, stabilendo che:
- la restituzione dell’importo anticipato sarà proporzionale alla durata del nuovo rapporto di lavoro subordinato
- se la cessazione dell’attività autonoma è dovuta a cause di forza maggiore, il lavoratore potrà evitare la restituzione totale, fornendo adeguata documentazione
- l’INPS invierà una comunicazione preventiva, chiedendo al lavoratore di giustificare la chiusura dell’attività entro 30 giorni
Cause di forza maggiore che giustificano la restituzione parziale
L’INPS ha chiarito che possono essere considerate cause di forza maggiore le seguenti situazioni:
- calamità naturali (terremoti, alluvioni, frane) per cui sia stato dichiarato lo stato di emergenza
- eventi straordinari e imprevedibili, come guerre o atti criminali che distruggono l’attività
- misure restrittive per pandemie o emergenze sanitarie, che impediscono la normale operatività
- provvedimenti giudiziari che bloccano l’attività per cause non imputabili al lavoratore
Non sono invece considerate cause di forza maggiore:
- le procedure concorsuali (fallimento, concordato, liquidazione)
- difficoltà economiche generiche legate all’andamento del mercato
- come avviene la restituzione parziale della NASpI anticipata
Chi riceve una comunicazione dall’INPS può:
- verificare la richiesta e controllare l’importo da restituire
- presentare documentazione che dimostri la causa di forza maggiore, entro 30 giorni
- pagare l’importo dovuto utilizzando il Modello F24 con il codice tributo indicato dall’INPS
- conservare la ricevuta per eventuali contestazioni future
Se l’INPS accoglie la richiesta, il lavoratore dovrà restituire solo la quota corrispondente ai mesi di lavoro subordinato coperti dalla NASpI anticipata.
Conclusione
La recente sentenza della Corte Costituzionale e le nuove istruzioni dell’INPS introducono maggiore flessibilità nella restituzione della NASpI anticipata, tutelando i lavoratori che, per cause di forza maggiore, si trovano costretti a riprendere un impiego subordinato.
Grazie a queste modifiche, la restituzione totale non sarà più automatica, ma proporzionata al periodo di effettivo lavoro dipendente.
Se hai ricevuto una richiesta di restituzione NASpI o vuoi verificare se rientri tra i casi ammessi alla restituzione parziale, affidati a un professionista specializzato per valutare le opzioni disponibili e tutelare i tuoi diritti.