Hai deciso di aprire un’attività come procacciatore d’affari? Vuoi avere informazioni su come avviarla e risparmiare con il regime forfettario? Oggi quella del procacciatore d’affari è un attività molto diffusa soprattutto tra i giovani dotati di intraprendenza.
Lo scopo di questo contributo online, commercialista procacciatore affari è di darti le informazioni preliminari per decidere se lanciarti in questa nuova avventura ed aprire la partita Iva.
Se decidi di iniziare e vuoi altro info ed essere assistito dal nostro team per le pratiche di avvio e la gestione fiscale dell’attività richiedici una call telefonica lasciando i tuoi dati su Whatsapp.
Gli aspetti che vediamo in questo articolo sono quelli che devi conoscere per decidere se iniziare.
La scelta corretta del codice ATECO, la Cassa di Previdenza di riferimento e le tasse che si devono pagare.
Un altro aspetto importante che devi prendere in considerazione è la possibilità di utilizzare il regime forfettario, un regime fiscale agevolato che ti permette di risparmiare.
Devi sapere che dal primo gennaio 2020, il regime forfettario ha subito una serie di modifiche previste con la nuova Legge di Stabilità. In sintesi il limite del fatturato è fissato in 65.000 € e l’aliquota dell’imposta varia dal 15% al 5% a seconda dei casi. Mettiti comodo ed in pochi minuti vediamo tutto quello che c’è da sapere, buona lettura.
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Argomenti del post
Commercialista procacciatore affari
Cominciamo dando uno sguardo al profilo lavorativo del procacciatore. Il procacciatore d’affari, non deve assolutamente essere scambiato per l’agente di commercio, nonostante ci sono molte cose in comune.
Un procacciatore d’affari ha il compito di far conoscere due parti affinché possano concludere un affare fra loro.
Spesso per l’imprenditore è vantaggioso assumere un procacciatore perché costa sensibilmente meno rispetto ad un agente.
Infatti i costi da sostenere sono minori e si corrisponde una provvigione in relazione al bene o servizio venduto.
A differenza dell’agente di commercio il procacciatore non è legato a nessun contratto di esclusiva e dunque può lavorare per più aziende. Più avanti, dopo aver visto gli aspetti fiscali più importanti ritorniamo su questo concetto in modo più approfondito.
Aprire partita Iva come procacciatore
Come posso iniziare a lavorare e fare il procacciatore d’affari? Devo aprire per forza una partita IVA? Queste sono sicuramente le domande più frequenti che ci sentiamo rivolgere da tutti coloro che vogliono valutare se iniziare con questa attività.
La risposta è semplice, dipende dalla continuità con cui viene svolta l’attività di procacciatore d’affari.
Nel caso l’attività non sia abituale, sarà sufficiente il proprio codice fiscale e non si dovrà aprire partita Iva, a patto che il fatturato non superi poche migliaia di euro.
Se invece l’attività è abituale e continuativa, allora l’iscrizione al Registro delle Imprese e l’apertura della partita Iva diventano obbligatorie.
Vediamo come puoi procedere. Compila ed inoltra il modello AA9-12 con una delle seguenti modalità:
- telematicamente, attraverso gli strumenti di un consulente fiscale come regimeminimi.com;
- cartacea, direttamente alla sede territoriale dell’Agenzia delle Entrate;
- tramite raccomandata A/R
All’interno del modello AA9-12, indica oltre ai tuoi dati personali, alcuni dati specifici come la scelta della sede della propria attività, il codice Ateco corretto ed il regime fiscale adottato.
Il codice ATECO più adatto è il 46.19.02 che corrisponde a Procacciatori d’affari di vari prodotti senza prevalenza di alcuno.
Ovviamente, per essere in regola non basta aprire la partita IVA, ma occorre anche l’iscrizione alla CCIAA, ma questo aspetto lo vediamo più avanti.
Il commercialista procacciatore affari, deve soprattutto farti presente che in Italia è in vigore un regime agevolato che ti offre una serie di vantaggi molto importanti, il regime forfettario.
Regime forfettario e procacciatore d’affari
Oggi grazie al regime forfettario, introdotto per la prima volta con la Legge n. 190/2014 ossia la finanziaria 2015, tutto questo è possibile. Con il regime forfettario, se possiedi i requisiti per adottarlo, pagherai meno tasse rispetto al tradizionale regime ordinario che prevede i famosi scaglioni IRPEF.
Questa imposta che sostituisce l’IRPEF si chiama proprio imposta sostitutiva e si applica al reddito imponibile.
Attenzione, il reddito imponibile non rappresenta il totale dei tuoi ricavi ossia il tuo fatturato.
Il reddito imponibile, viene calcolato grazie ad un coefficiente di redditività in maniera forfettaria.
Una tabella ministeriale, stabilisce a seconda dell’attività svolta, il relativo coefficiente di redditività, con cui calcolare il tuo reddito imponibile. Su questo verrà applicata l’aliquota dell’imposta sostitutiva per calcolare le tasse da pagare.
L’aliquota d’imposta sostitutiva prevista per il regime forfettario è del 15%.
Se possiedi determinati requisiti, diventa addirittura del 5% per i primi cinque anni di attività.
Per approfondire questi aspetti sul regime forfettario puoi leggere altri articoli più specifici, ad esempio:
Limiti volume affari regime forfettario
Guida completa al regime forfettario.
Ti ricordiamo che il forfettario è un regime naturale, questo significa che viene adottato automaticamente da tutti coloro che rispettano i requisiti richiesti. Il limite di fatturato è pari a 65.000 € all’anno.
Il coefficiente di redditività e del 62%.
La previdenza del procacciatore d’affari
Il procacciatore d’affari è soggetto, ai fini previdenziali, alla Gestione INPS commercianti mentre non è soggetto ad ENASARCO. Per determinare i contributi da versare è necessario considerare la soglia di 15.953 €.
Tutti coloro che hanno un reddito uguale o inferiore a 15.953 € dovranno versare un importo minimo.
Questo importo minimo è pari a 3.836,16 €, che mensilmente corrispondono a 319,68 €.
Chi percepisce un reddito superiore a 15.953 € deve versare anche il 24,09% calcolato sulla parte eccedente.
Per l’anno in corso, il massimale riferito al reddito entro il quale sono dovuti i contributi IVS è di 78.965 €.
Differenza tra procacciatore d’affari e agente di commercio
In questo articolo commercialista procacciatore affari, abbiamo fino ad adesso gli aspetti fiscali più importanti. Devi sapere che il procacciamento d’affari ed il contratto di agenzia sono due contratti distinti che però, allo stesso tempo, presentano diverse affinità.
Il contratto di agenzia ha maggiori tutele a favore dell’agente e maggiori oneri per l’imprenditore.
L’affinità principale consiste nel fatto che al contratto di procacciamento di affari si applicano le stesse disposizioni relative al contratto di agenzia.
Mentre la differenza verte soprattutto sul rapporto meno stringente che il procacciatore ha nei confronti del preponente rispetto al rappresentante.
Con il contratto di agenzia, l’agente si obbliga a promuovere la conclusione di contratti in una determinata sfera territoriale per conto dell’altra parte (art. 1742 c.c.).
Invece nel procacciamento d’affari, il procacciatore non assume alcuna obbligazione rispetto allo svolgimento dell’attività, visto che ha soltanto la facoltà di segnalare opportunità commerciali al preponente.
La disuguaglianza riguarda, in altre parole, il fatto che il rapporto di procacciamento risulta priva di vincoli di stabilità rispetto al committente.
Il vincolo di stabilità è da relazionare con l’occasionalità e l’episodicità.
In tal senso si sono espressi i giudici di legittimità in più occasioni, come ad esempio la Cass. Civ. Sez. Lav. 13629/2005, Cass. Civ. Sez. Lav., 9686/2009; Cass. Civ. Sez. Lav.,12776/2012.
Al procacciatore non applica la disciplina di cui agli art. 1750 e 1751 c.c., per cui a lui non applicano l’istituto di indennità di preavviso e di fine rapporto.
Le conseguenze in tema previdenziale tra procacciatore d’affari e agente di commercio sono notevoli.
Il procacciatore di affari non è tenuto a corrispondere all’ENASARCO.
Un saluto – Team regimeminimi.com
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buongiorno, avrei bisogno di alcune delucidazioni.
Sono un procacciatore di affari con partita iva forfettaria. Nel 2017 avevo aperto posizione IVS COM e pagato INPS fino al mese di Giugno perchè poi assunto in una azienda come dipendente e quindi era l’azienda che pagava INPS però ho continuato a fatturare come libero nel 2017 come libero professionista per prestazioni occasionali raggiungendo 15.226 di fatturato.
Nel 2018 ho fatturato 24.500€ sempre come procacciatore e rimanendo anche dipendente.
Nel 2019 attualmente non sono dipendente e sto emettendo fatture.
Ho bisogno di capire se incorro in sanzioni per non aver avuto la posizione INPS IV COM aperta nel 2017 e nel 2018 e quindi non aver pagato durante il periodo di fatturazione e se devo regolarizzare il tutto, cosa devo fare e quanto mi costa.
Buonasera Andrea, se da come ha descritto al momento dell’iscrizione in camera di commercio è stata richiesta anche la NON iscrizione all’INPS in quanto già lavoratore da dipendente, non avrà niente per cui preoccuparsi. Attenzione però, a partire dal 2019, se non ha più il lavoro da dipendente, si dovrà iscrivere all’INPS come autonomo alla gestione commercianti.
Cordiali saluti
Salve. Sono un venditore porta a porta e vorrei passare al regime forfettario. Devo cambiare codice a procacciatore d’affari forfettario. In quel caso non ho più Iva da pagare, irpef ecc ma solo il 15% della flat tax. Giusto? Invece i contributi INPS come si calcolano? Me li trattengono dalle provviggioni oppure li devo versare io? In attesa di una vostra risposta saluti.
Buonasera Emiliano, per poter applicare il regime forfettario è necessario variare l’attività in procacciatore d’affari. In questo caso come hai anticipato non avresti da pagare Iva o IRPEF, ma un’imposta sostitutiva al 15%.
Per quanto riguarda l’INPS, sarai iscritto alla Gestione Commercianti, versando così i contributi fissi INPS trimestrali. I contributi fissi ammonterebbero a circa 3.600€ l’anno, ma con il regime forfettario è possibile richiedere una riduzione del 35%, portando i contributi a 2.400€ all’anno.
Cordiali saluti
Un ultima domanda.
Con il forfettario dovrò fare il modello unico o la dichiarazione dei redditi?
Con il forfettario ovviamente non scarico niente, nemmeno spese sanitarie mie e della mia famiglia. Giusto?
Gentile Andrea, con partita Iva dovrai presentare il Modello Unico, ovvero la dichiarazione dei redditi 2019.
Ti confermiamo che con il regime forfettario non si possono dedurre i costi dell’attività e non si possono scaricare le detrazioni personali come le spese mediche.
Cordiali saluti
Buongiorno un esempio pratico come procacciatore d’affari una fattura provvigionale veniva calcolata nel seguente modo: provvigione 2500€ + pagavano l’Iva quindi 553€ per un totale: 3067€ da questa cifra mi toglievano l’IRPEF e 1/3 del contributo INPS. Con il regime forfettario per un esempio pratico sempre di una provvigione di 2500€ come viene calcolata? Scusa per tutte le domande ma vorrei capire bene prima di cambiare.
Attendo sue.
Emiliano
Buongiorno Emiliano, con il regime forfettario, su una provvigione di 2.500€, non avresti trattenute IRPEF e INPS, ma solamente la trattenuta per quanto riguarda l’ENASARCO. No avresti l’Iva, quindi incasseresti direttamente 2.500€ – la trattenuta ENASARCO.
Le imposte le andresti a pagare in sede di dichiarazione dei redditi.
Breve calcolo delle imposte:
2.500€ x 62% = 1.550€ reddito imponibile
1.550€ x 15% = 232,50€ tasse regime forfettario
Inoltre dovranno essere sempre versati anche i contributi INPS trimestrali. Ricorda che nel regime forfettario è possibile richiedere una riduzione dei contributi del 35%, portando il totale annuale da 3.600€ circa a 2.400€ circa.
Cordiali saluti
Ciao,
leggevo del procacciatore di affari non tenuto ad aprire la Partiva IVA, purché non fatturi oltre 5000 euro, E’ possibile conoscere la normativa a cui fate riferimento????
Buongiorno Chiara, l’apertura della partita Iva non è prevista quando l’attività viene esercitata occasionalmente senza carattere professionale, art. 2222 C.C
Cordiali saluti