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Partita Iva e dropshipping

Home > Partita Iva > Partita Iva e dropshipping

Quando si decide di avviare un attività di e-commerce, una delle scelte strategiche può essere quella di rinunciare al magazzino.
Uno dei vantaggi che derivano è l’assenza dei costi di attività gestionale del magazzino, visto che viene demandata direttamente al produttore o a terzi.

L’argomento è sicuramente interessante soprattutto se i prodotti che decidi di esporre nel tuo shop non sono da te prodotti.
Vediamo gli aspetti più importanti che devi conoscere sulla partita iva e dropshipping, perché questa modalità di commercio potrebbe farti risparmiare tempo e denaro.

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  • La partita Iva e dropshipping
  • Fisco e dropshipping
  • Calcolo tasse regime forfettario
  • Tiriamo le somme
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La partita Iva e dropshipping

Come prima cosa definiamo il dropshipping come una forma di e-commerce, dove non è presente il magazzino. Vediamo come funziona.
Il venditore, espone i prodotti nel suo shop online, anche se non li ha a magazzino.
In caso di vendita, si avvale di un partner esterno che definiamo dropshipper.

Un dropshipper può essere il produttore, il distributore ufficiale o semplicemente un grossista con magazzino.
I prodotti fisicamente si trovano nel magazzino del dropshipper.
Una volta che un cliente acquista saranno direttamente loro che provvederanno alla spedizione all’acquirente.

Fisco e dropshipping

Dal punto di vista fiscale, questa attività non presenta sostanziali differenze rispetto ad un tradizionale negozio online e-commerce.
Sul nostro blog puoi trovare altri articoli dove parliamo di argomenti correlati, ad esempio come aprire un negozio online, oppure commercialista per ecommerce.

Il primo passo consiste nella apertura della partita Iva.
Il codice Ateco corretto è 47.91.10 – Commercio al dettaglio di prodotti via internet;

Gli altri passi da compiere sono la registrazione al Registro Imprese  competente, iscrizione alla gestione INPS commercianti, presentazione della SCIA al SUAP del Comune ed infine la scelta del regime fiscale migliore.

Questi adempimenti dovrai attuarli con l’ausilio di un intermediario abilitato.
Noi possiamo occuparci di tutte le pratiche per l’apertura della tua partita Iva con il nostro servizio apri la partita Iva commercianti, ad un prezzo veramente vantaggioso.

Il regime fiscale che ti suggeriamo per l’avvio di questa attività è il regime forfettario perché presenta moltissimi vantaggi soprattutto in fase di startup.

Per quanto riguarda le modalità di fatturazione, sappi che sono le stesse che dovresti adottare in un normale negozio online e-commerce.
Ogni volta che il Dropshipper emetterà una fattura relativa alla vendita di un prodotto, il titolare del negozio la registrerà nel registro acquisti.
Inoltre dovrà annotare nel registro vendite o nei corrispettivi, gli importi delle vendite effettuate online attraverso il sito di e-commerce.

Nel caso in cui il dropshipping avvenisse tra soggetti residenti in Stati diversi, si deve ricondurre alle operazioni triangolari Iva.
La casistica è ampia, quindi se hai particolari esigenze, sottoponici la tua situazione nei commenti o nella nostra rubrica l’esperto risponde.

Calcolo tasse regime forfettario

Di seguito proponiamo un esempio di calcolo tasse per un e-commerce nel regime forfettario.
Il totale degli incassi al 31/12/2018 risulta di 50.000 €.

31.12.2018
Ricavi: 50.000 €
Coefficiente di redditività: 40%
Reddito imponibile: 50.000 € x 40% = 20.000 €

30.06.2019 scadenza saldo 2018 e 1°acconto 2019
Saldo imposta sostitutiva IRPEF 2018:
Si moltiplica il reddito imponibile per l’imposta che nel nostro caso è del 5%
20.000 € x 5% = 1.000 €
1.000 € è il saldo delle tasse da versare

Saldo contributi INPS 2018, oltre ai contributi fissi INPS di 3.600€ circa (o 2.400€ con riduzione del 35%) è necessario versare i contributi in percentuale IVS.
Questi contributi IVS, si versano son l’aliquota del 23,64% sulla differenza tra il reddito imponibile ed il valore stabilito per legge di 15.610€.

20.000 € – 15.610€ = 4.390 € reddito imponibile INPS
4.390 € x 23,64% = 1.037,78 € Saldo contributi INPS 2018

Come sappiamo dobbiamo versare anche gli acconti per il 2019 sia l’imposta sostitutiva che per i contributi, vediamo come si calcolano:
1.000 € x 40% = 400 €
1.037,78 € x 40%= 415,12 €
Il 1° acconto è il 40% del saldo e viene versato al 30.06.2019

Totale tasse al 30/06/2019:

1.000 € + 1.037,78 € + 400 € + 415,12 = 2.852,90 €

30.11.2019 scadenza 2° acconto 2019
Il 2° acconto è il 60% del saldo
1.000 € x 60% = 600 €
1.037,78 € x 60%= 622,67 €

Tiriamo le somme

Abbiamo visto come funziona questa tipologia di e-commerce ed i possibili vantaggi che derivano dalla apertura partita Iva e dropshipping.
L’aspetto decisamente più importante è la riduzione dei costi per la mancanza del magazzino e della logistica per la spedizione della merce.
Questo si traduce semplicemente in meno rischi imprenditoriali per il titolare del negozio.

Le difficoltà maggiori sono nel trovare validi partner, con prodotti di qualità, con buoni margini di guadagno per noi.
Devi valutare anche aspetti come puntualità nelle spedizioni, imballaggi curati, e soprattutto la corretta politica dei resi.
Non scordiamoci difatti delle vigenti normative in fatto di recessi.

Una volta individuato un buon dropshipper sarà fondamentale promuovere la tua attività, con opportune strategie di marketing e social media.
Per questo motivo, affidarsi a consulenti esperti è sicuramente l’aspetto principale per rendere il tuo business unico e differenziato dalla concorrenza.
Se vuoi aprire un e-commerce ed hai bisogno di ulteriori informazioni, non esitare a contattarci.

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    Interazioni del lettore

    Commenti

    1. Christian dice

      14 Gennaio 2018 alle 13:19

      Ho 23 anni, e sono sto per aprire un sito di dropshipping. Il business model è questo: piazzo degli oggetti dall’alto valore percepito di fronte alla potenziale clientela, per poi rivenderle ad un prezzo più alto di quello a cui le sto acquistando. Compro direttamente da Aliexpress, non vendo in Italia e nessun prodotto passa per le mie mani, lo spedisco direttamente al cliente. Quanto dovrei spendere per regolarizzare l’attività e quando? Ho investito solo 50€ e non ho guadagnato ancora nulla!

      Rispondi
      • Staff dice

        14 Gennaio 2018 alle 13:28

        Buongiorno Christian, per regolarizzare la tua posizione dovresti aprire la partita Iva con inquadramento commerciante.
        Il codice Ateco corretto è 47.91.10 – Commercio al dettaglio di prodotti via internet.
        Gli altri passi da compiere sono la registrazione al Registro Imprese competente, iscrizione alla gestione INPS commercianti, presentazione della SCIA al SUAP del Comune.
        Per espletare questi adempimenti dovrai rivolgerti necessariamente ad un intermediario abilitato, come ad esempio la nostra struttura.
        Il giorno che decidi di fare questo passo puoi avvalerti del nostro servizio per l’apertura della partita Iva commercianti.
        Per quanto riguarda il regime fiscale, adotterai il regime forfettario maggiori dettagli puoi trovarli nella nostra guida online sul regime forfettario.
        Se decidi di fare questo passo ti suggeriamo di pianificare una strategia atta ad incrementare il tuo volume d’affari potenziale. Se cerchi in rete ci sono molti spunti interessanti.
        Un saluto

        Rispondi
        • Christian dice

          14 Gennaio 2018 alle 14:34

          Ciao, ti ringrazio molto per la risposta, tuttavia avrei ancora dei dubbi. Vorrei sottolineare che la merce non transita per i confini italiani in nessun caso (e che io non venderei in Italia), bensì verrebbe spedita dalla Cina ad un altro paese, tramite un altro venditore. Quindi mi chiedo, possibile che debba pagare delle cifre talmente proibitive (3600 euro per l’iscrizione all’INPS commercianti, e non ho nemmeno provato a controllare gli altri costi), quando in Italia non fatturo niente e la merce non passa nemmeno per mano mia? Non si potrebbe fare in modo di pagare l’IVA sui guadagni? È assurdo che per iniziare un’attività così modesta (si parla di un investimento di 50 euro), ne debba spendere così tanti in processi burocratici senza nemmeno sapere se ne guadagnerò un decimo? Grazie.

          Rispondi
          • Staff dice

            15 Gennaio 2018 alle 15:33

            Buongiorno Christian,
            purtroppo l’inquadramento previdenziale delle attività imprenditoriali o commerciali prevede il pagamento di contributi fissi.
            Possiamo solo dire che con il regime forfettario è possibile richiedere una riduzione del 35% dei contributi, con questa riduzione i contributi si ridurranno da 3.600€ a 2.400€ all’anno (4 rate trimestrali da 600€).
            Cordiali saluti.

            Rispondi
    2. Matteo dice

      6 Aprile 2018 alle 17:12

      Io sono un lavoratore dipendente, nel caso aprissi contemporaneamente alla mia attività di dipendente, la partita iva commercianti, devo comunque versare il contributo INPS?
      Grazie.
      Matteo

      Rispondi
      • Staff dice

        9 Aprile 2018 alle 18:42

        Buonasera Matteo, se il contratto da lavoratore dipendente è a tempo indeterminato e full time non sarà necessario versare i contributi anche per i redditi derivanti dalla partita Iva, in quanto già coperto dalla posizione contributiva obbligatoria aperta dal datore di lavoro. Cordiali saluti

        Rispondi
    3. marco dice

      16 Maggio 2018 alle 13:14

      Buongiorno,
      Io ho già attiva la partita Iva in regime forfettario con due codici ateco. Siccome viene tassato solo ciò che si è incassato, è possibile aprire il negozio e-commerce, non incassare i guadagni fino a che sia ha la certezza di poter pagare i contributi?

      Detto ciò, quali sarebbero i passi da fare oltre al codice

      Rispondi
      • Staff dice

        18 Maggio 2018 alle 09:28

        Buongiorno Marco, in caso di apertura di commercio elettronico, i contributi fissi da commerciante devono essere versati indipendentemente dagli incassi.
        Quindi anche in caso di nessun guadagno, devono essere versati i contributi fissi.
        I passi per aprire un e-commerce, dopo aver inserito il codice ateco alla partita iva sono:
        1- comunicazione di inizio attività al comune (SCIA)
        2- comunicazione di iscrizione (o variazione) in camera di commercio

        Cordiali saluti

        Rispondi
    4. Giacomo Librizzi dice

      20 Novembre 2018 alle 14:01

      Salve , vorrei avviare un e-commerce in dropshipping di prodotti tipici italiani.
      Mi chiedevo se ci fosse ugualmente tutta la trafila burocratica per farsi approvare il magazzino dall’ usl ecc., oppure visto che i prodotti vengono spediti direttamente dal produttore posso avere solo la sede d’ ufficio.
      Cordiali saluti

      Rispondi
      • Staff dice

        20 Novembre 2018 alle 18:26

        Buonasera Giacomo, nonostante sarà avviato un e-commerce in dropshipping, sarà necessario possedere tutti i requisiti per la vendita di alimenti.
        A nostro avviso però, lavorando senza magazzino, non sarà necessario l’iter burocratico previsto dall’USL.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    5. Luca Sanna dice

      9 Febbraio 2019 alle 20:58

      Buongiorno, sono un disegnatore di pagine web (web designer).
      al regime dei minimi, con una partita iva da quasi 10 anni, volevo sapere se posso svolgere attività di ecommerce in dropshipping con questa partita iva, oppure se conviene partire da zero per ottenere magari dei finanziamenti a fondo perduto?
      Grazie mille,
      Luca

      Rispondi
      • Staff dice

        12 Febbraio 2019 alle 09:47

        Buongiorno Luca, a nostro avviso può essere utilizzata la partita Iva già in possesso.
        Ovviamente serviranno delle modifiche all’attività svolta e eventuale passaggio ad un inquadramento da commerciante.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    6. luigi dice

      11 Febbraio 2019 alle 10:19

      Salve,vorrei aprire partita iva e vendere in dropshipping prodotti dal valore minore di 22€ per singola transazione,vorrei sapere se vi occupate di questo, e nel caso se l’iva debba essere corrisposta da me o dal cliente finale,si parla di regime forfettario,grazie

      Rispondi
      • Staff dice

        13 Febbraio 2019 alle 12:41

        Buongiorno Luigi, l’Iva nel regime forfettario non deve essere considerata.
        Al momento dell’acquisto per te sarà semplicemente un costo da sostenere e al momento delle vendite, lo farai in esenzione Iva quindi non sarà presente su i tuoi ricavi.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    7. Roberto dice

      12 Marzo 2019 alle 10:47

      Buongiorno, come altri qui sono interessato all’attività di dropshipping. Mi chiedevo, nel caso dovessi comprare beni fuori dalla Ue e venderli in altri paesi fuori dalla Ue, quali procedure dovrei seguire? Per esempio mi pare di capire che l’iscrizione al Vies sia necessaria solo per la UE. Per quanto riguarda la fatturazione, devo emettere fattura per l’acquisto di prodotti di qualsiasi importo – supponiamo 1 euro? Devo quindi conoscere il codice fiscale dell’acquirente? Non c’è una forma semplificata tipo lo scontrino fiscale? Grazie in anticipo per la risposta

      Rispondi
      • Staff dice

        18 Marzo 2019 alle 10:47

        Buongiorno Roberto, per il commercio elettronico non c’è l’obbligo di emissione della fattura.
        Il venditore è obbligato solamente quando espressamente richiesto dal cliente.
        In alternativa alla fattura deve essere compilato il registro dei corrispettivi, dove quotidianamente dovrà essere riportato il totale degli incassi.
        Confermiamo inoltre che l’iscrizione al VIES è necessaria solamente per le vendite verso l’UE, così come la presentazione del modello Intrastat vendite.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    8. Giuseppe dice

      23 Maggio 2019 alle 09:44

      Buongiorno,
      Vorrei aprire una attività la quale consiste nel disegnare prodotti e farli produrre da carpentieri, falegnami, per poi venderli attraverso canali tradizionali (negozi), e place markets, eventualmente anche Amazon e e-bay. Quale sarebbe il codice ateco ? Essendo dipendente a tempo indeterminato, qualora chiedessi il partime per iniziare l’attività, quale sarebbe la mia posizione contributiva inps?

      Grazie anticipatamente
      Giuseppe

      Rispondi
      • Staff dice

        30 Maggio 2019 alle 15:49

        Buonasera Giuseppe, qualora prevalesse la parte commerciale rispetto al lavoro manuale, il codice che si può applicare è quello per il commercio elettronico ovvero il 47.91.10.
        Per quanto riguarda la posizione da lavoratore dipendente, se mantenuta a tempo pieno potrai avere l’esenzione dal pagamento dei contributi INPS per l’attività svolta con partita iva, in quanto già coperto dalla posizione previdenziale aperta dal datore di lavoro.
        Per godere di questa esenzione però è necessario che il lavoro da dipendente figuri come attività prevalente rispetto all’attività svolta con partita iva.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    9. Luca Immovilli dice

      2 Settembre 2019 alle 10:35

      Salve, domanda veloce se possibile.
      In uno scenario di attività di dropshipping svolta da un soggetto rivenditore o cedente italiano (io, partita IVA e residenza in italia), fornitore cinese tramite Aliexpress e acquirenti finali italiani (quindi vendita online sul mercato italiano), dal punot di vista fiscale si tratta di una triangolazione extra-EU quindi fuori dal campo di applicazione IVA oppure no?
      Grazie Luca

      Rispondi
      • Staff dice

        3 Settembre 2019 alle 15:49

        Buonasera Luca, applicando il regime forfettario in ogni caso le vendite sono esenti Iva.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    10. Carmine dice

      21 Ottobre 2023 alle 00:24

      Buonasera,io possiedo gia una partita IVA per vendita al dettaglio di abbinamento,vorrei iniziare a fare droppshipping, ho un regime forfettario. Iniziando questo nuovo percorso mi obbliga ad uscire dal forfettario o se non fatturo fino a 85000 totali per entrambe le attività resta tutto invariato?
      Grazie

      Rispondi

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