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Commercialista per affittacamere

Home > Commercialista per affittacamere Ormai in quasi tutte le città fortunatamente è possibile soggiornare, non solo in bed and breakfast od alberghi, ma anche nelle così dette camere in affitto. Questa tipologia di servizio sta diventando molto comune in modo particolare per i turisti di tutto il mondo. Se hai deciso di avviare questa attività è probabile che ti stai chiedendo come risparmiare sul commercialista per affittacamere, ma soprattutto quali sono le principali problematiche che dovrai affrontare. Nel contributo di oggi affrontiamo in parte questi temi sperando di poterti essere d’aiuto nell’intraprendere questa tua nuova avventura lavorativa. In modo particolare vediamo i contributi INPS da versare, le tasse da pagare e le agevolazioni che il regime forfettario offre a chi vuole iniziare ad affittare le camere ai turisti. Nel caso avessi qualche domanda su questo argomento, ti invitiamo a lasciare un commento alla fine dell’articolo e ti risponderemo appena possibile.

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  • Come iniziare l’attività di affittacamere?
  • Ma quanto costa la partita Iva nel Regime Forfettario?
  • Affittacamere e regime forfettario
  • I contributi INPS per affittacamere
  • Calcolo tasse regime forfettario
  • Affittacamere occasionale
  • La normativa degli affittacamere
  • Contattaci

Come iniziare l’attività di affittacamere?

La prima distinzione da fare è se l’attività viene esercitata in modo professionale oppure in modo occasionale. Se l’attività viene svolta professionalmente sarà necessario aprire la partita Iva.

Ma quanto costa la partita Iva nel Regime Forfettario?

Prima di analizzare questo aspetto, cerchiamo di capire quali sono i passi da fare per aprire un’attività di affittacamere. Il primo passo è aprire la partita Iva entro trentesimo giorno dall’inizio dell’attività. Il codice ateco da utilizzare è il 55.20.51, che corrisponde a Affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti vacanze, bed and breakfast, residence. Successivamente all’apertura della partita Iva deve essere presentata in Comune, precisamente allo sportello SUAP, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività per le aziende ricettive. Tramite la SCIA vengono fornite al Comune dove è ubicato l’affittacamere, tutte le informazioni richieste per iniziare l’attività. Alcuni di questi sono relativi ai dati anagrafici dell’imprenditore, la planimetria del locale, l’indirizzo e molti altri. Il passo successivo alla presentazione della SCIA è l’iscrizione in Camera di Commercio, presso il Registro Imprese. L’iscrizione in Camera di Commercio dovrà essere effettuata telematicamente tramite il servizio ComUnica, anche se si consiglia l’ausilio di un consulente. Tramite la ComUnica dovrà essere richiesta anche l’iscrizione alla gestione Commercianti INPS, per la regolarizzazione della posizione contributiva.

Affittacamere e regime forfettario

Se decidi di intraprendere l’attività di affittacamere ti consigliamo di valutare attentamente i vantaggi che offre il regime forfettario. Ricordiamo che è un regime naturale e che viene applicato di default da coloro che ne rispettano i requisiti. Se desideri ulteriori informazioni sui requisiti del regime forfettario, leggi il nostro articolo Limite volume d’affari regime forfettario. In questo regime è prevista la tassazione del 5% per le nuove attività o del 15% per le attività già in essere. Inoltre anche se non è possibile dedurre dal reddito imponibile i costi dell’attività, viene assegnato un coefficiente di redditività con il quale calcolare il reddito imponibile che verrà considerato per la determinazione delle tasse. Nel seguito dell’articolo chiariremo questo aspetto con degli esempi. Il limite di incassi percepibili in un anno solare è di 85.000 €. Con l’applicazione del regime forfettario si è esonerati del versamento dell’Iva e da tutta la registrazione contabile. Rimane invece invariato l’obbligo della certificazione dei compensi percepiti tramite l’emissione delle ricevute fiscali in duplice copia.

I contributi INPS per affittacamere

L’attività che stiamo analizzando in questo articolo presenta una particolarità a livello contributivo rispetto alle altre attività commerciali. L’esercizio di affittacamere professionale prevede, come anticipato, l’iscrizione alla gestione commercianti INPS, ma al contrario delle altre attività questa non richiede il pagamento dei contributi fissi. Infatti vengono versati in base ai compensi percepiti con l’aliquota del 24,48%, direttamente in sede di dichiarazione dei redditi, così come avviene per le imposte. (Circolare INPS n°22 del 08/02/2022)

Calcolo tasse regime forfettario

Approfondiamo come vengono calcolate le tasse ed i contributi per l’attività di Affittacamere. Come anticipato applicando il regime forfettario si avrà un limite di incassi di 85.000 € all’anno. Il coefficiente di redditività per le attività ricettive è del 40%. Vediamo di seguito come vengono determinate le tasse per un affittacamere di nuova costituzione, con aliquota al 5%, che ha incassato 45.000€. Totale incassi: 45.000 € Coefficiente: 40% Aliquota: 5% Il reddito imponibile sarà pari a: 45.000 € x 40% = 18.000 € Il saldo dell’imposta sostitutiva sarà pari a: 18.000 € x 5% = 900 € Il saldo dei contributi INPS sarà pari a: 18.000 € x 24,48% = 4.406,40 € Ricordiamo che sia per l’imposta sostitutiva che per i contributi oltre al saldo devono essere versati gli acconti per l’anno successivo. Gli stessi saranno recuperati nella dichiarazione dei redditi successiva.

Affittacamere occasionale

Colui che decide di svolgere l’attività di affittacamere occasionalmente non è tenuto all’apertura della partita Iva e tanto meno all’iscrizione presso il Registro Imprese. L’unico obbligo informativo è quello della presentazione delle SCIA al comune dove viene avviata l’attività. L’attività deve essere svolta nella residenza o nel domicilio del titolare. I compensi percepiti devono essere dichiarati tramite modello UNICO o 730, indicandoli nella sezione redditi diversi. Chi svolge l’attività in modo occasionale dovrà certificare i compensi tramite l’emissione di ricevute non fiscali, la cui finalità sarà unicamente quella dichiarativa. Anche su queste ricevute sarà necessario applicare una marca da bollo di 2 € se l’importo della ricevuta supera i 77,47 €. Il rigo corretto del Modello Unico dove indicare i guadagni percepiti è il RL14 Compensi derivanti da attività commerciali non esercitate abitualmente.

La normativa degli affittacamere

La Legge 217 del 1983 definisce l’attività di affittacamere come: “strutture composte da non più di 6 camere ubicate in non più di 2 appartamenti ammobiliati in uno stesso stabile, nei quali sono forniti alloggio ed eventualmente servizi complementari”. Le disposizioni legislative però sono di norma completate separatamente da ogni regione. Infine le camere devono garantire:
  1. la fornitura energetica;
  2. un letto;
  3. una scrivania;
  4. un cestino per i rifiuti;
  5. un armadio;
  6. un bagno per i disabili ed uno ogni tre camere.
Per approfondire l’argomento
  • Regime forfettario per affittacamere
  • Codice Ateco per affittacamere
  • Calcolo tasse forfettario per affittacamere
  • Come aprire la partita Iva

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    Commenti

    1. Danilo dice

      9 Febbraio 2018 alle 16:47

      Salve,
      svolgo attività di affittacamere in regime forfettario.
      Trovo l’esempio di calcolo dell’ imponibile, dell’imposta sostitutiva e dei contributi inps molto utile.
      1 chiarimento: la riduzione del 35% dei contributi Inps non si applica in quanto gli affittacamere sono tenuti a contributi “proporzionali” senza alcun riferimento ai cosiddetti minimali?
      E questa “proporzionalità” a prescindere configura già un’agevolazione?
      Grazie, Danilo

      Rispondi
      • Staff dice

        15 Febbraio 2018 alle 18:34

        Buonasera Danilo, al contrario, la riduzione del 35% si applica anche per i contributi degli affittacamere.
        La riduzione avrà effetto sul totale dei contributi da versare in sede di dichiarazione dei redditi.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    2. Simonetta dice

      27 Febbraio 2018 alle 22:14

      Vorrei gestire un affittacamere di proprietà di un amico. Come posso essere inquadrata per essere pagata in regola? Il primo esempio è che tutti e due fossimo inquadrati come persone fisiche (senza partita iva), il secondo esempio, essendo tutti e due già titolari di partita iva per altri lavori, come ditta individuale come da vostro esempio (il titolare della casa dovrebbe aprire una partita iva con codice ATECO 55.20.51. Io potrei emettere fattura per i servizi di ricerca/promozione/accoglienza degli ospiti? Che codici ATECO dovrei aggiungere alla mia partita IVA?
      Grazie

      Rispondi
      • Staff dice

        1 Marzo 2018 alle 18:35

        Buonasera Simonetta, a nostro avviso la soluzione migliore è quella di aggiungere un codice Ateco alle vostre partite Iva.
        Nel tuo caso potresti usare codici per le Ricerche di mercato o la conduzione di campagne di marketing.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    3. Roberta dice

      16 Ottobre 2018 alle 00:07

      Buonasera,
      i contributi INPS di un dipendente part-time (30 ore) che esercita l’attività di affittacamere con partita Iva devono essere versati sempre in misura del 23,64% sul reddito prodotto? Nessuna esenzione è prevista in questo caso? Grazie.

      Rispondi
      • Staff dice

        16 Ottobre 2018 alle 17:49

        Buonasera Roberta,
        a nostro avviso, se l’attività da dipendente rimane prevalente rispetto all’attività da lavoro autonomo si può godere dell’esenzione dal versamento dei contributi INPS.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    4. Raffaele dice

      5 Gennaio 2019 alle 17:27

      Salve, volendo iniziare un attivita di affittacamere a reg forfettario ed essendo però da anni un pensionato , potrei godere di una riduzione sul versamento INPS previsto? Grazie Raffaele

      Rispondi
      • Staff dice

        8 Gennaio 2019 alle 11:29

        Buongiorno Raffaele, se ha più di 65 anni, può godere della riduzione al 50% dei contributi dovuti per l’attività d’impresa.
        In alternativa potrà godere della riduzione del 35% prevista per coloro che applicano il regime forfettario.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    5. Raffaele dice

      8 Gennaio 2019 alle 11:39

      Grazie. Quindi dovrò sottrarre il 35% dal 23,64% in caso di regime forfettario? Ė corretto?

      Rispondi
      • Staff dice

        8 Gennaio 2019 alle 17:33

        Buonasera Raffaele, l’importo ottenuto applicando la percentuale del 23,64%, sarà ridotto del 35%.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    6. Nunzio dice

      12 Gennaio 2019 alle 08:07

      Buongiorno, trovo il vostro articolo molto completo. Ho un quesito a cui non riesco a trovare risposta. Con codice 55.20.51 si può fare contemporaneamente attività di affittacamere (max 6 stanze) e affittare case vacanze (miniappartamenti) ricavate o nella stessa struttura dove si effettua attività di affittacamere o in altre strutture limitrofe. Grazie.

      Rispondi
      • Staff dice

        14 Gennaio 2019 alle 18:30

        Buonasera Nunzio, a nostro avviso non ci sono normative che ostacolano l’esercizio di entrambe le attività.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    7. Armando dice

      1 Febbraio 2019 alle 12:09

      Buongiorno,
      avrei una domanda da porvi.
      Risulta chiaro, dalla circolare n.27/2018 emessa dall’ INPS all’inizio del 2018 che il versamento dei contributi per gli affittacamere segue un regime contributivo diverso rispetto alla categoria generica dei commercianti. Di seguito riporto quanto scritto nella circolare: ” Coloro che esercitano l’attività di affittacamere e i produttori di terzo e quarto gruppo iscritti alla Gestione dei commercianti non sono assoggettati al minimale annuo di reddito.
      Pertanto, essi sono tenuti al solo versamento dei contributi a percentuale Ivs calcolati sull’effettivo reddito “.
      Poichè nella circolare si fa menzione solo degli affittacamere ma gli affittacamere rientrano nel codice ATECO 55.20.51, il quale comprende anche case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, ecc.; tale disciplina previdenziale eccezionale è estendibile anche ai bed and breakfast e alle case vacanze ovviamente gestite in forma imprenditoriale? Io credo per logica di sì e ritengo che l’INPS abbia citato i soli affittacamere in quanto solo per loro c’è l’obbligo di apertura della partita iva ma persone come me che hanno deciso di aprire la partita iva con la gestione di un bed and breakfast e di una casa vacanza possano rientrare nei destinatari della circolare. Inoltre la definizione di affittacamere data dall’INPS è quasi identica a quella di un bed and breakfast per cui non ci sarebbe veramente motivo di una esclusione delle altre strutture appartenenti al codice ateco 55.20.51 dal regime previdenziale di favore.
      Grazie

      Rispondi
      • Staff dice

        4 Febbraio 2019 alle 11:06

        Buongiorno Armando, anche a nostro avviso la normativa INPS deve essere considerata estesa anche alle altre categorie rientranti nel codice Ateco degli affittacamere.
        Cordiali saluti

        Rispondi
      • Alberto dice

        26 Febbraio 2025 alle 23:43

        Salve, in merito al dubbio di Armando (con cui concordo nell’assoggettare l’esonero del contributo minimo per l’intero codice Ateco 55.20.51) vorrei porre un’altra questione: se il proprietario del B&B è un pensionato che usufruisce della riduzione del 50%, cosa succede? Si potrebbe ottenere l’esonero del contributo minimo e nel contempo anche la riduzione del 50% sui contributi a percentuale (12,24%)? Nelle varie circolari INPS non si legge: sono esclusi dall’esonero i pensionati.

        Rispondi
        • Staff dice

          27 Febbraio 2025 alle 11:09

          Buongiorno, si, confermiamo che una volta richiesta la riduzione dei contributi al 50% dedicata ai pensionati, quest’ultima sarà applicata sul calcolo dei contributi in percentuale dovuti, quindi potrà godere sia dell’esonero dai contributi minimi che della riduzione al 50%.
          Cordiali saluti

          Rispondi
    8. vitaliy dice

      1 Marzo 2019 alle 10:01

      Salve, io vorrei aprire un affittacamere, ho già la partita iva (regime forfettario) pero come libero professionista (Geometra).
      In questo caso aprendone una nuova per attività di affittacamere posso usufruire del regime forfettario ?

      Rispondi
      • Staff dice

        1 Marzo 2019 alle 17:40

        Buongiorno, non è necessario aprire un’altra partita Iva (fra l’altro cosa impossibile), è sufficiente aggiungere un codice Ateco all’attuale partita Iva ed iscriversi in camera di commercio per l’attività di affittacamere.
        Potrai continuare ad applicare il regime forfettario per entrambe le attività.
        Ricorda però, che sarai soggetto a doppia contribuzione previdenziale: cassa geometri per l’attività da libero professionista e Commercianti INPS per l’attività di affittacamere.

        Cordiali saluti

        Rispondi
    9. cmoon dice

      5 Aprile 2019 alle 21:47

      Buonasera, sono una dipendente bancaria part-time, con 25 ore settimanali. Da un anno, con regolare SCIA gestisco una Casa Vacanze in maniera non imprenditoriale, su suggerimento del mio commercialista, il quale, mi aveva sottolineato la possibilità di usufruire della cedolare secca sugli affitti, poichè la gestione della casa era prevalentemente estiva e appunto non imprenditoriale. Leggendo tra i vari forum mi sono sorti dubbi, nello specifico tra la distinzione di Casa vacanze non imprenditoriali e locazioni brevi, locazioni brevi dove è inequivocabilmente prevista la cedolare secca come specificato dalla 50/2017. Con questo atroce dubbio mi sono posta il problema della fiscalità che, nel mio caso, gioca un ruolo determinante se applicata con scaglioni IRPEF. Mi chiedo dunque se le mie intuizioni sono reali, ovvero della dubbia applicabilità della cedolare secca per le case vacanze non imprenditoriali, non sarebbe il caso di aprire una P. IVA ? E se lo facessi, dovrei pagare anche i contributi ? Grazie 🙂

      Rispondi
      • Staff dice

        8 Aprile 2019 alle 12:28

        Buongiorno Simona, aprire partita Iva con regime forfettario, quindi senza aliquote a scaglioni IRPEF e con un reddito che rimarrebbe tassato separatamente da quello da dipendente, può essere una soluzione da valutare a prescindere dall’applicazione o meno della cedolare secca.
        Per quanto riguarda i contributi INPS, la situazione è un pò più complessa, potresti comunque provare a dimostrare che il tuo lavoro da dipendente è prevalente in termini di impegno (a maggior ragione essendo, quella con partita Iva, un’attività prevalentemente stagionale) in modo da avere l’esenzione per quanto riguarda l’attività di casa vacanze.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    10. Sergio dice

      25 Maggio 2019 alle 12:27

      Buongiorno,
      vorrei aprire un’attività di affittacamere rientrando nel regime forfettario e mi chiedo se questa forma sia compatibile con la gestione separata INPS (aliquota 23,64%) e pagamento del minimale ridotto del 35%.

      Infatti è prevista la possibilità, per i forfettari di adottare il regime Inps agevolato, che
      prevede il minimale ridotto del 35% da pagare in tre rate trimestrale. La comunicazione
      per la riduzione dei contributi Inps dovrà essere effettuata entro il 28 febbraio o subito
      dopo aver aperto la partita IVA.

      Volendo fare un esempio:
      – totale incassi: 45.000 €
      – coefficiente: 40%
      – aliquota per imposte: 5%
      – aliquota INPS per regime agevolato pari a 23,64% x (1-35%) = 15,37%

      Il reddito imponibile sarà pari a: 45.000 € x 40% = 18.000 €
      Il saldo dell’imposta sostitutiva sarà pari a: 18.000 € x 5% = 900 €
      Il saldo dei contributi INPS sarà pari a: 18.000 € x 15,37% = 2.766,60 €

      E’ corretta questa mia supposizione e quindi il calcolo su indicato?

      Grazie e buona giornata

      Rispondi
      • Staff dice

        30 Maggio 2019 alle 15:48

        Buonasera Sergio, il calcolo è corretto, deve essere solamente aggiornata l’aliquota per i contributi INPS commercianti al 24,09% anziché 23,64%.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    11. Antonio dice

      10 Giugno 2019 alle 03:10

      Buonasera vorrei fare questa domanda: ho gestito per anni un bed and breakfast senza partita iva ora ho ampliato la struttura e mi sono trasformato in affittacamere: posso usufruite dell’aliquota al 5% oppure la mia attivitá è considerata una prosecuzione dell’attivitá precedente anche se la precedente era senza partita Iva ed era un bed and breakfast. Ho letto una circolare dell’agenzia delle entrate che mi negherebbe questa possibilità perché la mia non sarebbe una nuova attivitá ma una prosecuzione della preecedente essendo l immobile lo stesso e anche la clientela.
      Grazie per l’eventuale risposta.
      Cordial saluti
      Antonio

      Rispondi
      • Staff dice

        17 Giugno 2019 alle 17:59

        Buonasera Antonio, a nostro avviso non può essere applicato il 5%.
        Se vuole chiedere un parere anche all’Agenzia delle Entrate può sfruttare il loro servizio gratuito tramite SMS.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    12. Roberta lavano dice

      5 Febbraio 2020 alle 08:47

      Salve, vorrei informazioni su mio figlio 22 anni sta per aprire una casa vacanza ci sono agevolazioni sui giovani che iniziano una nuova attività?

      Rispondi
      • Staff dice

        6 Febbraio 2020 alle 17:59

        Buonasera Roberta e grazie per la tua gentile domanda. Il regime forfettario prevede l’agevolazione di una aliquota d’imposta sostitutiva pari al 5% se si possiedono determinati requisiti.
        Ad esempio si applica il 5% quando non si è esercitata una attività con partita Iva negli ultimi 3 anni oppure è la prima volta che apre l’attività.
        Cordiali saluti

        Rispondi

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