Finalmente dopo un iter abbastanza travagliato e tortuoso, l’ equo compenso professionisti 2018, inserito nel decreto fiscale 2018 diventerà realtà.
Per un professionista, che esercita nel nostro paese, rappresenta una importante novità e conoscerne e comprenderne gli aspetti principali è fondamentale.
Sicuramente è un passo in avanti per tutti i professionisti, perché si determina, in modo più corretto, il compenso minimo che spetta.
Finalmente verrà calcolato in base agli standard qualitativi e quantitativi che il professionista ha manifestato nello svolgimento del lavoro o della prestazione.
Anche se una bocciatura dell’Antitrust getta un ombra su questo provvedimento, si fa presente che il suo parere non è vincolante.
Eventualmente potrebbe indurre il nostro Governo, ad apportare alcune modifiche.
Vediamo in dettaglio di cosa si tratta e gli aspetti più importanti che ne derivano per l’attività di un professionista.
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Equo compenso professionisti 2018
Cerchiamo di spiegare in termini semplici cosa si intende per equo compenso professionisti 2018.
Premesso che si tratta di una della tante novità previste ed approvate con il nuovo decreto fiscale 2018, si basa su un principio molto semplice e corretto.
Ad un professionista, iscritto o non iscritto ad un ordine professionale, spetta un compenso minimo che risulti equo ed adeguato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto.
Ricordiamo che in prima battuta questa misura prevedeva soltanto l’equo compenso per gli avvocati che svolgono prestazioni per conto di banche, assicurazioni ed imprese.
Per fortuna è stato esteso indistintamente a tutti i professionisti sia iscritti sia non iscritti ad un ordine professionale.
Questo sancisce che tutti i professionisti italiani possono rivendicare il diritto di essere retribuiti con una parcella conforme alla legge, che abbia un finalmente un criterio logico di proporzionalità tra la quantità e la qualità del lavoro svolto.
Vengono definite alcune clausole vessatorie che consentono al professionista di impugnare il contratto.
In questo modo il professionista potrà richiedere l’eventuale annullamento del contratto entro due anni dall’accettazione dell’incarico, mantenendo al contempo valido il rapporto di lavoro.
Tra le nove clausole vessatorie previste citiamo queste tre:
- anticipo delle spese a carico;
- pagamento delle fatture oltre 60 giorni;
- modifica del contratto unilaterale (intesa solo dalla parte del committente dell’incarico).
Nel caso in cui ci si trovi di fronte ad un compenso non equo è prevista la sostituzione con il compenso adeguato che verrà determinato dal giudice.
Equo compenso professionisti 2018 a chi spetta
Un aspetto molto importante dell’ equo compenso professionisti 2018 è la determinazione degli aventi diritto.
A chi spetta dunque? Vediamo subito i soggetti coinvolti da questa importante novità:
- tutti i professionisti iscritti ad un Ordine Professionale;
- tutti i professionisti iscritti ad un Collegio;
- professionisti in associazioni;
- professionisti non iscritti ad Ordini o Collegi.
Quando è applicabile l’Equo compenso professionisti 2018?
L’Equo compenso professionisti 2018 viene applicato in tutti i rapporti tra il lavoratore autonomo e l’azienda privata o pubblica indistintamente.
Che il committente sia una banca, un’assicurazione, una azienda privata, un’azienda della pubblica amministrazione.
In ultima analisi gettiamo lo sguardo su come si calcola l’importo minimo della parcella professionale.
Per gli iscritti agli Ordini Professionali verrà stabilito in base ai parametri giudiziari emessi dai Ministeri vigilanti degli stessi Ordini.
Per i professionisti non appartenenti agli Ordini ma appartenenti ad altre categorie, il calcolo verrà stabilito dopo che la legge verrà approvata.
Un saluto – Staff regimeminimi.com
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